La Fiaba e il teatro delle figure animate

Il Teatro dei Burattini e delle figure animate in genere, sta in questi ultimi anni ritornando di grande attualità, sia come “spettacolo” rivolto all’infanzia, che come strumento per didattiche specializzate all’interno della scuola.

Questo genere di teatro è un ottimale strumento educativo quando si coniuga con la “fiaba”.

La fiaba è uno strumento contenitore di molteplici realtà e proiezioni fantastiche; è percorso di iniziazione, è situazione esperenziale di ogni bambino, di oggi e di sempre; è conquista di conoscenze e abilità; è superamento di paure. E’ la vita di ognuno di noi dopo il “distacco” dalle sicurezze della famiglia, proiettata inevitabilmente verso il diventare adulti emancipandosi dai grandi. E’ la lotta in un mondo di draghi, streghe, lupi e altre cose che qualcuno ha costruito per noi, e che noi dobbiamo continuamente combattere o uccidere; ma non è solo questo, è qualcosa che abbiamo dentro di noi, come la fantasia, che dobbiamo sollecitare e curare per non farla esaurire (o peggio, piegare, soffocare, abbruttire, morire). Ed attraverso l’uso di questo “terzo occhio dell’immaginazione” che noi riusciremo a capire meglio la realtà.

Oggi i bambini sono i più colpiti dalla presenza dei meccanismi omologanti dei mass media; dalla bruttura e dalla negatività, sul piano dei valori, di certe immagini; o peggio dal vuoto di comunicazione che gli adulti creano attorno a loro.

Nella scuola sono state già realizzate numerose esperienze riguardanti la fiaba, si è anche lavorato con i burattini o pupazzi. Questo binomio è perfetto, può essere riproposto come una

 delle fondamentali esperienze da far compiere ai ragazzi (programmi ministeriali) e come ampliamento del bagaglio professionale degli operatori scolastici.

I burattini sono importanti perché sono strumenti che agiscono impegnando tutta la sfera comunicativa ed espressiva del bambino; sono una sua immagine speculare, dove lui riconosce il proprio “essere corporeo”. La figura umana viene così reinterpretata trasferendo su questa tutte le possibilità comunicative, talvolta inespresse nelle relazioni quotidiane.

La “produzione verbale”, il “drammatico teatrale” … tutto il complesso dei linguaggi, trovano una forma di espressione organica, sostenuti dalla motivazione di animare una figura costruita direttamente.

Il gioco dell’animazione infatti ha come fondamentale tappa, il gioco della costruzione. La componente manipolativa dei materiali (spesso di recupero) per la realizzazione della figura (burattino), è l’altro aspetto cardine di questa didattica.

Questa forma di teatro trova, rispetto alle altre, maggiore applicabilità nel contesto scolastico, per la molteplicità degli strumenti e quindi per la sua completezza.

Un aspetto determinante, per una perfetta rispondenza al contesto curricolare, è rappresentato dalla condizione che questa esperienza sia strettamente agganciata ai programmi e conseguenze di una scelta interdisciplinare degli insegnanti e, che questi, conducendo in prima persona il progetto, trovino con gli operatori esterni (esperti) un raccordo che permetta loro di espletare la specializzaz

ione e il ruolo di consulenti. Il ruolo degli operatori di Tieffeu è perciò eminentemente tecnico e di supporto culturale ad una realtà con dinamiche proprie e una propria capacità gestionale.

FASI Dl ATTUAZIONE DEL PROGETTO

Per l’attuazione del progetto sono previsti tre momenti: il primo di contatto preliminare e organizzativo, il secondo di attuazione attraverso i laboratori, il terzo e conclusivo “lo spettacolo/saggio” di fine anno, successivamente è prevista una verifica.

 Il progetto è stato suddiviso in 3 fasi operative di laboratorio

– Fase 1 laboratorio sulla fiaba

– Fase 2 laboratorio di costruzione di maschere, costumi, figure

– Fase 3 il teatro e il teatro di figura

Si realizzerà In laboratorio con l’obiettivo: la prima fase riguarda la struttura della fiaba e il metodo per costruire ed inventare storie (Propp “Morfologia della fiaba” – Rodari –“Grammatica della fantasia”) attraverso conversazioni approfondite e tecniche gioco (con sussidi adeguati); la seconda ha  come obiettivo  la costruzione e l’uso di burattini, pupazzi, sagome ecc, ma anche la costruzione di maschere costumi e quanto di necessario per approntare azioni drammatiche. L’ultima fase è l’allestimento di uno spettacolo utilizzando le diverse tecniche teatrali che sono state scelte.

Il laboratorio si attrezzerà e funzionerà tenendo conto del livello di applicabilità delle tecniche teatrali o del teatro di figura.

L’esperienza può strutturarsi come di seguito, apportando correzioni stabilite in base alle diverse modalità operative concordate con gli insegnanti delle scuole partecipanti.

FASE  1       Laboratorio sulla fiaba

A) RICERCA E ATTIVAZIONE DELLA MEMORIA INDIVIDUALE E DELLA CLASSE

 – Ricerca sul patrimonio fiabesco conosciuto dai bambini       

– racconto diretto

– Ricerca sul patrimonio fiabesco della famiglia          –

– interviste – questionari  – racconto diretto

– Ricerca sul patrimonio di storie popolari, racconti
leggende del territorio  

– racconto diretto – interviste registrate, con questionario.

SCHEDA QUESTIONARIO:

Chi era?

Dove era?

Cosa faceva?

Con chi (chi era l’altro o chi erano gli altri)

Quando?

Perché?

Da dove veniva?

Dove andava?

Cosa ha detto la gente?

Come è andata a finire?

B) RICOSTRUZIONE DEL TESTO

RACCONTO

1) Ricostruzione integrale del testo con l’uso dei diversi materiali prodotti e delle diverse possibilità comunicative (parola, disegni ecc.) introducendo il significato di sequenza e il concetto spazio-tempo.

2) Riracconto senza pretese di ricostruzione logica della struttura spazio-temporale, facendo riferimento casuale ai materiali della memoria con finalità manipolative del testo.

RIRACCONTO ANIMATO

1) Con suggestioni, visive e sonore, artificiali.

2) Drammatizzazioni corporee, con evidenziazione di alcune tipologie (buono-cattivo), in spazi strutturati come “luoghi fantastici”.

3) Gioco-dramma sulle situazioni della paura, della sicurezza – della scoperta ecc.

MATERIALI PRODOTTI:

Cartelloni, disegni, dipinti, sagome, ambienti scenografici, musiche.

C) ANALISI DELLA STRUTTURA DEL RACCONTO

Struttura spazio-temporale                                        

TECNICHE USATE: analisi e destrutturazione del testo: Scomposizione del racconto in sequenze  

– Fase introduttiva – prologo

– Fase centrale – apice

– Fase finale – epilogo

I PERSONAGGI  

La loro identificazione

– Colpo d’occhio Prima osservazione, immagine di insieme nel contesto Contorni – sagoma (lo sconosciuto che avanza da lontano verso di noi, chi sarà?)

– Osservazione nel dettaglio – messa a fuoco (si avvicina – chi è?)   

1) Aspetto fisico descrizione dell’insieme corporeo (alto, basso, magro, grasso).

2) Come si veste – dal vestito si coglie la classe sociale di appartenenza, il ruolo, il sesso ecc.

3) Particolarità evidenti: elementi peculiari che aiutano a identificare il personaggio.

4) Carattere – modalità comportamentali e relazionali

5) Il nome – talvolta in relazione alla tipologia rappresentata

6) Il ruolo – definito dal complesso degli elementi fisici e psicologici analizzati.

 TECNICHE USATE: Il gioco dell’identikit

I LUOGHI

a)   Lettura d’insieme

TECNICHE USATE: LETTURA ANIMATA tendente ad evidenziare la dimensione     

– visuale – senso-percettiva – emozionale

b) Comparazione con esperienze di vissuto personale relativo alla conoscenza di quel luogo.

c) Analisi del dettaglio e dei particolari significanti.

LE AZIONI

Causa effetto del transito nel luogo, della permanenza e degli incontri – Interazioni tra personaggi e modalità della comunicazione.

LE FUNZIONI

Identificazioni delle parti componenti fondamentali della fiaba, indipendenti dall’identità dell’esecutore e dal mondo di esecuzione (Propp “Morfologia della fiaba”).

LE FUNZIONI IN CHIAVE OBBLIGATA

Ricostruzione della struttura della fiaba, evidenziando la sequenzialità obbligatoria delle funzioni nella loro ragione antropologica, pedagogica e psicologica.

IL MOMENTO FANTASTICO

L’identificazione della componente fantastica come processo dì straniamento – estraendo la vicenda delle azioni consuete (oggetto, luogo, fatto dove si concretizza l’evento fondamentale della struttura.

 MATERIALI PRODOTTI:

Disegni, ritratti, schede, carta di identità dei personaggi, illustrazioni dei luoghi.

D) MANIPOLAZIONE DEL TESTO

  “L’arte di inventare storie” metodolologie rodariane (“Grammatica della fantasia).

Analisi e descrizione di alcuni elementi sia fondamentali che marginali, usandoli come strumento per dilatare la storia stessa.

TECNICHE  USATE: Trasformazione di una fiaba in un’altra:

– introduzione di un elemento nuovo in una fiaba nota                                                

– Insalata di favole

– Fiabe a ricalco

– Lettura sbagliata

– Fiabe a rovescio

MATERIALI PRODOTTI:

Nuove storie raccontate, disegnate, drammatizzate.

E) INVENZIONE Dl UNA NUOVA STORIA

Invenzione, con uso di tecniche di drammatizzazione e di narrazione.

 MATERIALI PRODOTTI:

– Carte in favola

– giochi con ritagli

– collages in sequenze

– disegni

Invenzioni usando le carte di Propp:  

a) secondo l’ordine delle funzioni

b) stravolgendo l’ordine obbligatorio delle funzioni.

 MATERIALI PRODOTTI:

Testo e testo illustrato, di una o più storie inventate.

FASE – 2  – Laboratorio di costruzione di maschere, costumi, figure

– Approntamento di uno spazio laboratorio.

– Raccolta, catalogazione e immagazzinaggio di materiali poveri e di recupero (vedi scheda)

– Progettazione dei personaggi come conseguenza dello studio precedente sulle diverse tipologie presenti nella fiaba.

Progettazione e costruzione:

la testa

il corpo

Il costume

– Diverse tipologie: burattini – marionette – pupazzi – marottes – sagome – sagome articolate ­- sagome per ombre cinesi.

TECNICHE USATE:

– assemblaggio

– carta collata

– gommapiuma

– tecniche miste

Si costruiranno figure di facile realizzazione praticabili dai ragazzi.

FASE 3    –  Il teatro e il teatro di figura

A) LA PARTITURA TEATRALE

Scrittura scenica in orizzontale con schemi grafici che esemplificano la disposizione delle sequenze (scene) In senso temporale che permette di agire in avanti o dl tornare indietro

TECNICHE USATE:

LA SCRITTURA SCENICA

Schema di partitura teatrale:

SCENA 1          SCENA 2          SCENA ecc.

Titolo della scena –  Luogo – Personaggi – Azione: cosa fanno. cosa dicono -tempo reale /Tempo di scena

NARRAZIONE O VOCE FUORI SCENA

LA SCENEGGIATURA A SOGGETTO IDEATA DAI RAGAZZI: –

Non si scriveranno i dialoghi (battute) ma soltanto un canovaccio che specifica l’argomento della discussione: X ha detto questo,  Y ha risposto questo.

La forma compiuta del dialogo sarà basata sull’improvvisazione al momento dell’azione in scena.

TECNICHE USATE:

IL CANOVACCIO  il canovaccio è lo schema essenziale della commedia, già suddiviso in scene ed atti, ma come scarnificato delle parole, delle battute degli attori. Una traccia che consen­te ai partecipanti alla rappresentazione teatrale di sapere con esattez­za quando devono entrare od uscire di scena, il « succo » di ciò che devono di­re, ma che li lascia liberi di improvvisare volta per volta i loro interventi.

* Questa tecnica permette maggiori possibilità espressive, raggiunge i livelli del gioco basandosi sulla naturalezza del linguaggio.

B) LO SPAZIO SCENICO

La conoscenza del teatro, come luogo e come funziona la sua meccanica.

TECNICHE USATE:

La scenografia e la scenotecnica 

MATERIALI PRODOTTI:  

– fondali dipinti

– sagome di primo piano

– oggetti di scena

– Gli artifici teatrali :

– realizzazione di semplici trucchi.

– Il teatrino a scuola: realizzazioni di spazi provvisori per il teatro.

C) LA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE

– Struttura della rappresentazione e rudimenti di drammaturgia e di regia

TECNICHE USATE:  

DRAMMATIZZAZIONE E ANIMAZIONE

– I caratteri (ogni personaggio si caratterizza in un certo modo)

– La dizione (gioco delle voci, il lupo, la bambina; il cattivo, il buono)

– Tecniche di animazione delle figure.

LA TECNICA DELLA ANIMAZIONE:

Si useranno materiali non strutturati, quali: due patate infilate in un dito che diventano un lui e una lei. Ben sintetizza i passaggi necessari possibili in una struttura teatrale semplice, senza recitato (muta) mettendo in evidenza l’interazione tra i due personaggi in una “storia” in 6 fasi, riprendendo i rudimenti di una tecnica animatoria in uso nella tradizione.

L’esempio sotto descritto viene indicato per far comprendere l’importanza della “animazione” capace di dare vita a qualsiasi cosa e il ruolo delle mani nel “meccanismo” della rappresentazione, a questo vanno aggiunte le voci impostate a seguito di uno studio sulla tipologia dei personaggi.

FASE FINALE: LO SPETTACOLO

Dopo un certo numero di sedute (prove), si rappresenterà uno spettacolo realizzato dai ragazzi, questo sarà il prodotto finale del laboratorio. Tale fase è molto importante perché premia l’impegno di un anno di lavoro, mettendo a confronto l’esperienza del gruppo (classe) con altre classi invitate o con i genitori. Quindi è una “comunicazione” che offre un prodotto teatrale, che va al di là di questo, proponendo tutto il percorso di lavoro attraverso una mostra di disegni, di cartelloni, di foto, di video ecc

E’ fondamentale questa occasione, anche e soprattutto per misurare i progressi raggiunti dai ragazzi sul piano della espressione e della capacità di linguaggio. E comunque è un importante momento di socializzazione e di comunicazione rivolta all’esterno.